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Zagora, la rosa del deserto

Palmeraie di Zagora. Foto di Yassin Hakiwi.

Zagora è il baluardo della civiltà, la porta del deserto del Sahara. A Zagora c’è tutto, tutto quello che un uomo possa desiderare. C’è sole, acqua, cibo meraviglioso… a Zagora c’è la vita. A Zagora c’è il senso della vita: un fiore spuntato in un oasi in mezzo al deserto.

Gli abitanti di Zagora sono per lo piu’ di origine Berbera. Sono gli Amazigh, il popolo libero. Per loro l’ospitalità è sacra. Essendo lontani da tutto sono felici quando uno straniero arriva nella loro terra: faranno di tutto per farlo sentire a suo agio, con pazienza, con dolcezza. Cecheranno di parlargli, di capire, gli racconteranno le loro storie, ascolteranno le sue. Diventerà un membro della famiglia.

Zagora, la moschea in un giorno di tempesta di sabbia
Zagora sessions: motociclo. La moschea in un giorno di tempesta di sabbia. Foto di Mohamed

Cercheranno di commerciare con lui, cercheranno di guadagnare qualcosa, vorranno scambiare i loro oggetti con i suoi: è il deserto, è il crocevia delle carovane. Lo faranno con naturalezza, con dignità, con fierezza ed umilmente allo stesso tempo. D’altra parte portano nei loro geni una cultura millenaria, i loro occhi sanno riconoscere le persone. Sono eleganti, sono belli, sono discreti ed educati, non temono confronti, sono il popolo libero.

Vivono in abitazioni bellissime, adatte al caldo, loro stesi sanno come muoversi meglio di chiunque altro in quell’ambiente. Fai quel che fa un Tuaregh, abita dove abita un Tuaregh e non avrai mai caldo, non avrai mai sete nè fame. Su un divano pieno di cuscini ricamati, su un tappeto di lana, in casa, in tenda, alle tremila stelle… questo è.

Portrait of Acurry
Ritratto di Acurry. Massimo Ivaldi 2024.

L’oasi di Zagora è un miraggio di bellezza. Mangerai i datteri nuovi ai primi settembre, berrai dei succhi di frutta meravigliose, le pesche delle oasi, le banane, perfino l’uva! Dopo il tramonto, l’odore delle tajine cominceranno a sprigionarsi e tu sentirai i succhi gastrici fluire come un torrente in piena e pagherai un ottimo pollastro il giusto prezzo.

Bambini e bambine scorazzano felici e giocano a pallone nelle strade, si accalcano dal venditore di gelati. Le donne passeggiano protette dai loro veli, leggere come farfalle, il vento non scarmiglia i loro capelli, verso la spianata o verso il souk di notte, perchè Zagora è alla notte che vive.

Che dire dei gatti di Zagora? I gatti del deserto? Sono amati, rispettati e nutriti da tutta la comunità, e fanno discretamente tutto cio’ che vogliono. Con estremo disinteresse per tutti gli umani a parte reclamare cibo. I cuccioli poi sono i piu’ allargati, a loro è veramente tutto concesso, compreso rotolarsi sui cuscini dei negozi d’artigianato o andare a mangiare direttamente alla cucina del ristorante.

Per non farsi mancare la cultura, a parte che tutti i giovani nel deserto suonano e cantano, sono fans sfegatati dei Tinariwen, a qualche chilometro a sud di zagora, sempre nella valle del Draa, a Timegroute, c’è la sede di una scuola coranica esistente dall’anno 1000 ca , che ospita una biblioteca con dei manoscritti incredibilmente preziosi: un corano scritto su pelli d’antilope, repliche di Averroe e Avicenna… ci basta? No… nella stessa Tamegroute c’è una scuola di ceramica di tradizione antichissime e producono del vasellame strepitoso.

Sei appassionato d’auto o moto? A Zagora ci sono i migliori meccanici del Marocco (qui fanno tappa fissa tutty i rally che si svolgono in Marocco). Vacci nel deserto… e scegliti un buon driver.

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